Intervista alla maestra Aidi Nanni
Attività svolta all’interno del corso di storia
dell’educazione, prof. Gianfranco Bandini, Università degli Studi di
Firenze.
- Intervista di: Veronica Zanon
- Regione: Toscana
- Anno inizio insegnamento: 1968
- Trascrizione:
tra poco inizierà l’intervista con l’insegnante ai di nanni entrate volo nel 1969 insegnanti di monte san savino in provincia di arezzo attualmente in pensione quando è cominciato ad insegnare i quali motivazioni che hanno spinto a scegliere questo tipo di professione io ho cominciato a insegnare praticamente poi subito dopo il diploma allora era così nel 68 il primo concorso con abilitazione e nel 69 il secondo concorso con diventare di moro quindi ho cominciato molto presto ma la ragione per cui ho scelto di fare l’insegnante un’aliena che a 14 anni mi è stata chiara alcuni anni dopo che insegnava loro immediatamente subito si potrebbe dire così la ragione per cui ho scelto questo istituto è che allora durava solo quattro anni il mio babbo elaboratore la mia mamma operaia in una fabbrica di acque e quindi due figli che studiavano bisognava questa è fondamentalmente la red room poi invece è diventata una scelta vera profonda t ma in seguito qual è stato il percorso di formazione come ci ha aiutato all’interno dell’esperienza di insegnamento diciamo che la mia formazione è avvenuta sul campo diversi anni già quando di ruolo con pluriclassi non so se oggi qualcuno sa che cosa volete di grassi all’epoca l’anno capitolo concorsi sono stata mandata a gello ad andria comune di arezzo 3 classi iii alunni 1 in prima una intensa uno in questa quindi la formazione è stata sul campo in seguito è venuta invece quella più legata alla professione e ho fatto innumerevoli corsi formativi allora era molto facile chiedere d’avere permesso di iscriversi a un convegno andare a fare un corso di giorni perché erano anche dei corsi che duravano più giorni per esempio ecco qui poi sono data riguardare le date nel 1980 quindi quando già insegnava monte san savino chiusa la fase delle pluriclassi ho partecipato a un convegno internazionale a fine a venezia sul autismo autismo infantile ed educazione e allora avevamo la possibilità proprio di seguire queste cose qui interessanti anche molto particolari per aiutarmi nella formazione che l’hanno aperta ed esperienza dall’altra spostare dei professori che avevano sui diversi temi insomma le ultime novità in campo pedagogico recepita la mostra sei entrato nella scuola subito come 200 di ruolo ho affrontato periodi di pre ruolo allora come ho detto prima il primo concorso mi ha dato l’abilitazione e dare al 68 nel 69 il secondo concorso mi ha dato il ruolo ma in questo frattempo io ho lavorato bene stato duro per un anno intero da gennaio oa giugno a per yara supplendo una maternità e quindi praticamente non ho avuto pre ruolo perché l’anno era completo ci pagavano anche l’estate ma la votazione ancora oggi una delle questioni più discusse all’interno della scuola e come ti sei rapportata a questo aspetto della professione e quali criteri adottati il quale che sembravano più efficaci e che malore aveva soprattutto la bocciatura è uno strumento per selezionare o per aiutare la luna recuperare rispetto alla valutazione o qualche cosa da dire che le nazionali ora nel momento di allora non so se era così chiara ma oggi si allora intanto alla valutazione importantissimo momento nell’insegnamento io la devo distinguere i due parti perché nella mia esperienza di insegnante ho fatto 20 anni nella scuola elementare e quasi altrettanto un pochino meno ma insomma nella scuola superiore allora quando si parla di bambini piccoli e mi riferisco all’epoca la valutazione quella che almeno facevo io era una valutazione che aveva prima di tutto un aspetto affettivo emotivo e poi cognitivo perché chiari gli obiettivi bisognava raggiungerli e quindi segnalate poi di sgravi cercare di essere oggettivi di non sbagliare di queste vacanze ma prima di tutto c’era un aspetto affettivo per cui il bambino po improbabili non era mai nel respinto nei giudicato e neanche si pensava lanciato una come una punizione o compra un premier che non credo neanche questo successivamente nella vita diventa invece con le scuole superiori la valutazione anche se ha conservato quest’aspetto diciamo così emotivo è diventata più razionale e quindi è stata una valutazione che aveva dei criteri oggettivi delle prove oggettive misurabili anche ai centesimi però alla scuola elementare nella mia esperienza questo no anzi ricordo sempre e adesso è un ingegnere sono diventato una persona importante ma era già molto bravo fin dalla prima dei compiti di matematica e quando lui prima sempre di tutti prendeva il suo risultato positivo era riuscita a finire per primo ecco io dicevo super cannone bravissimo che era una valutazione del problema oggi invece non lo so se la per misurata in voi più più o meno bene rosso per ho imparato a fare anche quella ma successivamente quando ho lasciato la scuola elementare e l’ordine scolastico sono diventati un altro hai bevuto esperienza come insegnante unica oggi alcuni autori rappresentano un po in una figura autoreferenziale ma era proprio così e quanto il rapporto con i colleghi che è importante ti ha aiutato per attuare le attività trash aperte allora dividiamo in due parti questa domanda la prima come ti ho detto io sono stata insegnante di pluriclasse per nove anni quindi più unica di quel modo che si poteva sono diventata poi un insegnante unica anche in una monoclasse quando sono arrivata qui a monte san savino allora ero sposata né coi tuoi figli e con la domanda di trasferimento sono stata trasferita molte sanchez e gli ho avuto la mia monoclasse la mia prima monoclasse e diciamo che è stata un’esperienza difficile e stupende insieme perché è vero questa fonte che adesso 12 veronica che poi essere autoreferenziale che può essere anche negative se non ha ri diciamo così la capacità di entrare nel gruppo dei bambini con lo spirito giusto con gli atteggiamenti necessari per l’apprendimento ma anche per la comprensione e la socializzazione eccetera qui difficile è stupenda io l’ho vissuta prevalentemente come stupenda quindi non lo so se era autoreferenziale o cosa ma anche gli aspetti più faticosi perché sono stati anche faticosi o anche il fatto di sapevo benissimo di non essere una tuttologa no quindi che in certe cose potremmo essere un’insegnante migliore ed altre meno però su primo sempre con il mio desiderio costante di aggiornarmi quindi se una cosa non ero sicuro non sapevo se era proprio fa va bene oppure se c’è la possibilità di migliorarla io andavo a un corso di aggiornamento e quindi in questo modo supplico questo per quanto riguarda il ruolo dell’insegnante unica nella mia esperienza sono sempre stata però l’unica insegnante nella classe nel lavoro classi con la differenza di alcune colleghe che mi aiutavano nel lavoro come di bambino handicappato che abbiamo avuto nella classe per 5 anni quindi eravamo in due in certi momenti e di certi giornali di questo però moderni se ne potrà parlare successivamente perché è una cosa ufficiale ecco invece il discorso dei dei colleghi delle colleghe diciamo che erano anni la scuola veramente era considerato il il fulcro della società si vedeva la scuola con le possibilità del cambiamento in meglio della società e tutti gli insegnanti almeno quelli con cui ho lavorato sentivamo questo stesso spirito nei confronti della scuola credo di non aver conosciuto mai una collegata punta a scuola per il 27 cioè per la palla e basta la palla mani non solo per freddo c’era una motivazione c’era una convinzione anche che la scuola è una cosa bella e importante per la società e il camion era impegnata a dare il meglio di sé quindi questo era ciò che ci accomunava io credo di poterlo dire ma credo di poter aggiungere anche che allora si chiamavano direttori didattici ora sono i dirigenti scolastici c erano davvero di grande aiuto perché cc supportavano per difficilissimo che criticassero qualche cosa vedono e sottolineavano gli aspetti positivi e questo per ogni insegnante fatto che se c’è una cosa bellissima aggiunto a questo il fatto che le famiglie in quel periodo della scuola erano davvero una cosa bellissima si fidavano della maestra aveva una stima fiducia della maestra l’ascoltavano e se capitava qualcosa di nei confronti dei bambini tra mani strada la ragione e quindi li bambino un certo perfetto vede nella figura della docente del docente qualcosa che aveva l’approvazione della sua famiglia e direttore dei colleghi e quindi spiegherà creata proprio un clima omogeneo io dico positivo non so se sono troppo ottimista insomma forse poco di continuità e di continuità e di coerenza perché non è come adesso no che le famiglie pubblico non un bordo ad essere barca privati barca vela insomma non lo so allora non era così come famiglie c’era veramente sintonia che questo direbbe no ma sintonia nell’affrontare i modelli scientifici di riferimento a cui ti sei ispirata nel tuo quel corso di docente e oppure ci sono stati dei cambiamenti normativi e delle riforme che sono stati particolarmente incidente il cui lavoro si si bella domanda dopo che qui dobbiamo due parti come te allora il primo momento io comincio ad insegnare e dal 1969 quindi magari non te lo ricordi ma insomma era un clima veramente effervescente la società italiana era in ebollizione perché si sentiva l’esigenza di cambiamenti e rinnovamenti a partire dalla scuola partire dalla scuola ma devo dire che i modelli anche scientifici pedagogici che erano della prima metà del novecento sedona addirittura dell’ottocento erano stati messi in discussione io mi sono formata leggendo con il gruppo dei colleghi il piace e lo sviluppo cognitivo dell’intelligenza ci siamo formati euro è un gruppo spontaneo cioè prima ancora di di applicarlo giallo giocavo di queste cose perché credevamo che l’intelligenza fosse qualcosa che si poteva aiutare a 0 e che questo sviluppo verità in scena sarebbe stata una grande pista per tutti ragione di più nella scuola quindi piaget è stato il mio modello ma l’altro modello è stato che questo lo devo al direttore didattico che si chiamava renzo bonaiuti veniva da firenze e che ci ha fatto conoscere città pestalozzi di firenze città pestalozzi dove noi savinesi fra un piccolo paese insomma senza tra le conoscenze scientifiche abbiamo visto i bambini al lavoro con un modello che era civico perché ci avevano il consiglio comunale gestivano le loro cose e noi andavamo a questa scuola è osservato un paragrafo ci rendevamo conto che c’erano delle buone cose che potevamo imparare e trasferirle quindi molteplici sono stati e di natura differente in un primo momento della scuola o come dire sentito il bisogno di di più sulla didattica allora c’era l’insiemistica che ci tiravamo vostro quindi di imparare cose che non conoscevo tanto bene all’uscita della scuola magistrale dopo po sono state invece dei dei modelli e dei riferimenti di natura anche di sviluppo sociale per una società che doveva essere diversa che doveva essere più aperta più aperta la differenza più aperta alla tolleranza alla condivisione la socializzazione quindi anche su questo lavoratore insomma quanto basta dei modelli anche su questa ci sono state forme che o cambiamenti normativi posti grossi nel corso della mia esperienza quello che poi dopo tu chiami da 517 che tu lo chiamiamo da 517 si del lario scolastico 79 80 per la prima volta a monte san savino abbiamo sperimentato da 517 io un’altra collega e ancora coglionata contemporaneamente quindi eravamo quattro classi iv prime tre con alunni inseriti con le difficoltà davvero notevoli di tipo differente ma soprattutto psicologico e il telefonino e l’altra la prima è la come si diceva formata da ragazzi che non poco più problematici nel comportamento in questi aspetti quindi sì questa è stata una esperienza che gli affari se vuoi ne parliamo ma sono questi cambiamenti degli anni 70 80 hanno rappresentato per te una sfida umana e professionale personalmente credo proprio di sì ma come per me e per tanti altri perché in quegli anni la società in italia era una società come ho detto prima vivace attraversata data da grandi energie che portavano al cambiamento non solo nella scuola poco fa rammenta vanno appunto anche la chiusura dei manicomi non qui ad arezzo siamo stati una delle province che ha realizzato questa questa cosa quindi c’erano davvero delle belle energie forti che andavano verso questa direzione quindi anch’io indubbiamente questa forse la sentivo e questo cambiamento lo desiderano poi la piena consapevolezza nel momento in cui sei dentro un’esperienza io non so quanto possiamo dire che è piena forse viene dopo capire che in fondo e 517 cambiava qualcosa non solo nella scuola ma anche ma anche nelle famiglie ma che alla fine della società perché noi venivamo da un mondo in cui i bambini avevano le loro belle classi poi c’erano le classi differenziate e le classi speciali le scuole speciali raccoglievano appunto i bambini con difficoltà psicomotorie intellettive insomma va bene l’improvviso quella 517 questa cosa finisce e tutti entrano nella squadra che è una scuola come quindi c’è stato diciamo un impatto un impatto che era indubbiamente dovuto a tante ragioni anche di non assoluta preparazione per fortuna di insegnanti di sostegno quando c’erano dei soggetti con particolari gravi difficoltà avevano maggiori competenze che c’erano gli aiuti potevamo insomma integrarci ecco perché se no e poi se poi racconteremo un palo della 500 l’accordo in classe di bambini con disabilità o difficoltà di apprendimento e invece con un intero gruppo classi come era il tipo di rapporto tra insegnante e al mio bello e si sia ho accolto un alunno un’esperienza di cinque anni dall anno scolastico come ho detto 79 fino all 84 posso dire il nome del bambino tanto maurizio un bambino autistico che era seguito fin dalla scuola materna dal servizio di igiene mentale allora si chiamava il sim e che è appunto finite i tre anni di scuola materna è stato fatto entrare per la scuola primaria la scuola elementare nella mia classe avevamo 13 alunni e maurizio sono molti dei quali di questi bambini già non conoscevano perché inventato la stessa scuola materna per cui erano non sorpresi dei suoi atteggiamenti o comportamenti autistici un’esperienza che è durata cinque anni bella dura tosta difficile anche perché non ci si può rendere conto se non sei che cosa vuol dire un bambino che non parla non interagisce non guarda a degli stereotipi e costanti grida strilla non vuole stare in carica class e che cosa non abbiamo fatto in cinque anni per provare all’inizio con grandi speranze alla fine abbiamo capito che forse più di tanto non avremmo potuto ottenere che cos’è che abbiamo ottenuto abbiamo ottenuto che dopo cinque anni maurizio sapeva qual era la sua classe quali erano i suoi compagni non ha parlato non ha letto scritto nel fatto di conto però a noi eravamo la sua classe e i suoi compagni ai miei compagni di maurizio questo sì e forse pensa stato il massimo che abbiamo potuto fare con grande fatica è perché non è stato facile grazie e questo lo devo dire veramente anche alle famiglie di quei tredici bambini che di fronte ai vari piccoli grandi incidenti tra le diete insomma che possono vedere la scuola non hanno mai fatto nulla mentono mai fatto una protesta mi sono venuti a lamentarsi di qualcosa e si fa insomma che disagio anche i bambini ora però erano così bravi che si sapevano che dovevano fare così con maurizia accettando e forse ho imparato anche da loro dai bambini questa sì una 517 monte san savino che ha contribuito proprio a renderci conto che si poteva stare con soggetti tanto diversi raggiungendo obiettivi comuni obbligatori per quelli che avevano le capacità per farlo gli obiettivi differenziati anche se minimi per chi non aveva la capacità di fare nient’altro di più questo credo che si debba riconoscere ognuno secondo e proprio ha fatto quello che poteva raggiungere che non è poi anziani per questo momento insieme per la bellissima opportunità che mi ha offerto insomma andando in questo tempo più di locke e anche per me è d’obbligo ringraziati perché mi sono andate a riguardare le tante cose che erano lì tutte impolverate nella memoria dei cassetti e poi si chiudono che invece sono andata a riaprire questi cassetti che ho ritrovato date queste cose ci ho riflettuto quindi ti ringrazio il mio invito solo politica