Intervista alla maestra Vania Giuntoli
Attività svolta all’interno del corso di storia
dell’educazione, prof. Gianfranco Bandini, Università degli Studi di
Firenze.
- Intervista di: Erica Orsi
- Regione: Toscana
- Anno inizio insegnamento: 1957
- Trascrizione:
buonasera buonasera volevo sapere se mi puoi parlare della tua carriera come maestra di cosa insegnato dove ha insegnato mi chiamo vari è giunto lì e ho conseguito il diploma magistrale nel 1956 57 ho fatto il doposcuola presso un patronato scolastico e nel 58 invece una scuola sussidiata veniva chiamata così che era tipo scuola rurale per i ragazzi che si trovavano distanti dalla scuola principale del comune è che quindi usufruivano di quella del 58 a naturalmente senza stipendio però tanto mi servivano da esperienza e poi qualche punteggio non mi ricordo bene comunque stipendio non c’era sicuramente e nel 58 stato bandito il concorso rio preso parte e l’ho vinto con un po di fortuna e anche con una preparazione abbastanza attenta veniva richiesto un autore di letteratura italiana io mi ricordo hanno portato un alfiere con le sue opere poi c’era la legislazione scolastica la letteratura infantile poi nozioni per la bugia di psicologia e di hope solo jia per l’accrescimento corporeo del ragazzo e dopo la vincita del concorso c’erano due anni di prova e mi fu affidata una classe molto numerosa di 35 alunni pluriclasse e la fatica fu tanto anche perché l’inesperienza e poi i ragazzi erano veramente molti ma insomma con la buona volontà riuscire a superare il periodo di prova e dopo bene la sede più disagiato dal punto di vista l’uomo infatti dovette andare in alta montagna e abitava nella scuola lì perché allora non c’era la cultura dell’appartamento nemmeno il denaro per pagarsi l’affitto e dopo alcuni anni di un po duri nel 62 resi parte a un corso per insegnare nelle classi differenziali e si chiamavano allora così quelle classi in cui venivano messi ragazzi con dei problemi e quindi è di una sede più vicina a quarata mi ricordo dove appunto avevo questa classe differenziale con ragazzi che presentavano problemi sia dal punto alcune al punto di vista fisica e altri mentali o perlomeno caratteriale e ho insegnato anche alla scuola quindi casaccia di santa rita dove c’erano le bambine che avevano avuto la poliomelite quindi erano quelli erano veramente disagiate dal punto di vista fisico ma naturalmente anche il carattere e lo spirito venivano compromessi questi anni sono stati difficili ma che ho fatto molto volentieri quando poi sono stata trasferita ho chiesto il trasferimento non mi ricorda chiesina uzzanese ho fatto un’esperienza nuova perché c’era una direttrice molto severa ma molto in gamba secondo me che aveva intuito che questi ragazzi non potevano essere relegati in classe differenzia non meno che dovevano essere messi con gli altri ragazzi perché conscia che dai migliori anche quelli meno dotati possono sempre apprendere qualcosa quindi con il consenso mio e anche dei genitori forma una classe una prima classe in cui c’erano 10 elementi diciamo normodotati altri con dei problemi anche grandi c’era un muto uno che picchiava tutte uno che con i pennini avrebbe sfregiato chiunque quindi la fatica fu molta però il risultato io ne fui molto soddisfatta perché i ragazzi normodotati impararono ugualmente e gli altri e pian piano si abituarono perlomeno a stare con i ragazzi più bravi che ci fu anche un aiuto scambievole definitiva faticoso ma una bella esperienza dopo alcuni anni di questi classi differenziali o perlomeno in casi a chiesina rimasi in questi che la con queste classi poi ebbi la necessità di stare un po con i ragazzi un po meno problematici e quindi cominciai con la collina con castelvecchio san quirico a ramos ora nale fatto un po tutte e ci sono stata volentieri perché erano ragazzi che avevano voglia di apprendere pur essendo insomma un po diverso un pochino più rustici però molto buono e la popolazione favorevole alla maestra insomma è l’unica cosa che molte volte erano pochi come numero perché andavano a guardare le pecore perché negli anni 65 67 la vita agreste era così dopo negli anni 68 69 fu trasferita ed il trasferimento alle simonetti capoluogo e quindi comincia tutto un altro percorso perché le classi erano molto più numerose però la soddisfazione era più grande e fintanto che non sono andate in pensione insegnato lì e ci sono stata molto bene molto volentieri perché non ho avuto problemi con i genitori ho cercato di fare il mio dovere come come meglio potevo sempre pensando che solo l’esperienza e la passione possono dare dei buoni risultati di quello che è stata la scuola principale insomma gli studi questo è stato il mio percorso e dicevi che hai mantenuto anche dei bellissimi rapporti con questo questo se mi chiedono perché ho fatto l’insegnante potrei dire intanto per la mia maestra cui erano molto affezionata perché quando eravamo quando ero bambina io la maestra era la maestra e non per perché oggi c’è una pluralità di insegnamento che è sempre un arricchimento ma perché essendo più figure e logico che non c’è più questo attaccamento alla maestra unica che era proprio serviva la guida da un modello da lì ero molto affezionata la mia maestra perché poi non sono mai segnato a leggere scrivere e far di conto come si diceva una volta mi ha insegnato la lealtà mi ha insegnato a condividere con i ragazzi a stare con gli altri e soprattutto mi ha insegnato la curiosità ad essere curiosa di sapere di imparare e poi la puntualità all’impegno erano proprio i cardini su cui poggiava tutto il suo insegnamento che mi è stato di aiuto e di modello e quindi io non so non spetta brava come la mia maestra però qualcosa forse avrò seminato perché anche oggi che i miei alunni sono molto grandi addirittura sessantenni quasi sono the brave delle brave persone leali oneste che mi hanno dato tanta soddisfazione sui banchi di scuole e anche oggi incontrando li provo un grande affetto come pensa anche con loro perché mi vengono sempre incontro vedo con piacere non solo mi hanno fatto anche conoscere i loro figli che sono grande che questi quindi è un patrimonio affettivo che non si esaurisce solo nell’arco della della scuola dell’attività è un grandissimo patrimonio affettivo che mi scalda ancora diciamo quindi secondo me questo è un posso chiamare un mestiere un’attività o quello che volete che dà grandi soddisfazioni che dà molto di più di quello che che da un insegnante che cosa è studiato per diventare maestra e le maestre le chiese noi ma scusate le materie che vigevano allora penso all’incirca anche ora italiano matematica storia geografia e scienze chimica fisica filosofia storia dell’arte e no legislazione scolastica per la preparazione al concorso a me pare nient’altro parlavi primo anche nel concorso che ti sei preparata molto approfonditamente sì sì questo l’ho già detto ma promettente chiunque che si prepari per un concorso insomma perché poi al di là della bravura cc incide molto anche la fortuna è logico però insomma l’impegno e la volontà sono determinanti come in tutte le cose insomma quindi come esperienza per testata si preme non bella bellissima bellissima perché ripeto mi ha dato molto di più di quanto io da fan loro e quindi un attività che ho svolto con grande passione che mi ha lasciato molto e lo rifaresti sì sì sì sicuramente sicuramente lo rifarei sicuramente hai un episodio particolare da raccontare episodi ce ne sarebbero diversi e quasi tutti belli però quello che ricordo maggiormente è quello che mi ha dato molto dolore mi ha dato molto dolore perché per me è stato una perdita una perdita perché una alunna me fu trasferita dai genitori dalla mia classe aa una classe di valchiusa perché la mamma in particolare mi accusava di preferire un altra ragazza alla sua e quindi per me era un’accusa molto molto pesante molto grave perché io ho sempre ritenuto che una delle doti che deve avere un insegnante e quella dell’imparzialita e io non credo proprio di aver avuto un comportamento così discriminante perché fra l’altro due ragazze molto brave tutte e due che ancora ricordo con affetto perché questa bambina che mi è stata trasferita è diventato un brillante architetto che mi abbraccia e mi abacha anche ora e l’altra e al tribunale non so se di pistole di firenze comunque due ragazze in gamma delle ragazze brave e che io amavo entrambe però evidentemente può darsi anche che ci sia stato qualcosa che ha turbato questa mamma troppo suscettibile comunque io non ostacolare questo trasferimento perché sono dell’idea che se uno ha intenzione di fare una cosa simile ha i suoi motivi o giusti o sbagliati che però vanno assecondati mi sentivo completamente a posto con la mia coscienza ma mi brucia molto mi brucia molto perché per me è stata una sconfitta è un vanto un pregio se ti viene dato un in più perché qualcuno ha stima di te perché qualcuno pensa che tu possa aiutare questo ragazzo perlomeno farci anche con non più invece quando ti viene tolto per me era uno smacco grosso oltre un dispiacere perché era una ragazzina carinissimo quindi anche se carinissima non si dice proprio brutto il mio governo che è brutto che mi è venuto però è molto carina e intelligente va bene fu trasferita e mi ricorda la quinta quindi poi dopo ha proseguito il suo percorso nelle man è molto bravo perché era molto grave l’ho ritrovata molte volte da grande non ci siamo detti nulla però ci siamo salutati con molta cordialità ho rivisto anche una mamma è in un momento buio della vita di questa mamma perché si era separata aveva avuto dei problemi finanziari questa ragazzina insieme al fratello dovevano studiare perché poi sono diventati due bravi ragazzi e professionisti bravi e avrà bisogno di lavoro e mi raccomando di trovare un qualche impiego insomma conoscevo delle persone che potevano aiutarla e lei ebbe un lavoro seppure molto pesante molto modesto perché in definitiva guardava degli ammalati quindi era un lavoro tanto leggero però fu molto felice perché ne aveva bisogno e allora mi disse signora io non ho mai trovato una persona a cui è stato fatto del male che la ricompensa con del bene e questo è stato non dico una grossa soddisfazione perché ormai io facevo sofferte ci soffre ancora però almeno aveva riconosciuto che probabilmente sul momento forse della rabbia della delusione aveva creduto una cosa che non era vera ecco sono passati tanti anni perché praticamente sarà stata sono state 77 questo quindi moltissimi anni lo ricordo ancora e ne soffro ancora posso dire che i genitori degli altri ragazzi mi furono molto molto vicini perché capirono il mio dispiacere e di questo ne fui consolata e contenta perché quasi quasi mi sentivo sollevata da da un’accusa che io ritenevo ingiusta anche senza per l’accusa non si può proprio non si può proprio parlare di accusa ma bisogna provare certe certe esperienze ognuno ai suoi sue sensibilità e sentii dolori che sempre insomma io ti ringrazio veramente tanto per la tua disponibilità e ti ringrazio per avermi aiutato veramente in questo grazie a te ho fatto di nuovo il mio percorso che come ripeto mi ha dato tante soddisfazioni e che nella nelle età così avanzata medi di consolazione di conforto un altro ieri