Intervista a Paolo Scopetani
Intervista realizzata il giorno 30 maggio 2018 presso i Servizi Educativi del Comune di Bagno a Ripoli.
Paolo Scopetani, insegnante di scuola primaria
- Trascrizione:
è in camera guardo se è uguale allora incontriamo oggi paolo scopetani che ha iniziato a lavorare a bagno a ripoli nel 1975 quando ancora si parlava del circolo unico di bagna libro perché era un unico circolo tutte le scuole insieme e oggi poi invece paolo è passata un’altra scuola che ha una un’esperienza una tradizione importante sul piano della ricerca d’un arrivati a scuola città pestalozzi tra l’altro paolo insieme al collega matteo hanno anche documentato un percorso importante fatta scuola città pestalozzi con il film documentario allora ritornando al 1975 sembra un anno lontanissimo e come ricordi il tuo arrivo in questo circolo così particolare ma intanto grazie per averci riportato è proprio nella scuola dove marcello aveva il suo ufficio il direttore didattico io sono arrivato qui nel 1975 appunto e non stavo seguendo una vocazione così amava così però appena ci ho messo piede ma è sembrato di essere applicato nel paese dei balocchi avevo solo 19 anni era appena uscito dall’istituto magistrale avevo fatto domanda per i cari e supplenze come si fa quasi come non so se lo fanno ancora come si faceva di routine e venne immediatamente chiamati da marcello che mi offrì una supplenza abbastanza lunga io mi guardai intorno è veramente non capivo dove forse capitato qua si stava realizzando già da qualche anno ma in quel momento era proprio nel suo momento forse più esaltante una rivoluzione tanto gentile quanto radicale quella della scuola terzo fiera che veniva sperimentata nel circolo di bagnato coli che fu definito all’epoca dal provveditore dell’epoca da liberare completa di banari a tivoli e non sapeva baldassare condotta quanto avesse ragione o forse sì lo sapeva perché non era affatto tutto è la meno con lo spirito e qui intorno a ma cento si erano riuniti un gruppo di giovani giovani insegnanti entusiasti motivati preparati e accompagnati da un gruppo altrettanto folto gli insegnanti di maggiore esperienza provenienti dalla scuola tradizionale ma che avevano scoperto il piacere la voglia il coraggio di mettersi in gioco e sperimentare un modo nuovo di fare sport un modo nuovo di fare scuola che produceva a mio parere ma allora non ci pensai allora era più che altro il divertimento e devono immediatamente che sperimentava un modo di produrre libertà e cambiare nello stesso tempo il mondo almeno quello immediatamente circostanti questo mi fece sentire per quanto inesperto e ingenuo mi fece sentire importante e il fatto di poter far parte avere sviluppare un senso di appartenenza per questo movimento che era giovane e utilizzava le armi dell’allegria della del gioco della fantasia per in qualche modo migliorare la situazione generale mi dava un senso che non possono definire di euforia e mi sentivo giovani importante e felice non potevo obiettivamente chiedere di più tant’è vero il 40 vola rispose all’apposita all’antenna all’epoca tutte le volte mi meravigliavo che è per divertirmi così tanto mi forse anche poi concessa una retribuzione che non era nemmeno disprezzabile per i tempi guadagniamo quasi più di mio babbo che faceva il muratore e questo mi dava un senso di vergogna non gliel’ho mai un aspetto che mi colpisce è quello che sicuramente c’era un impegno forte in tutti gli insegnati anche in termini di ore di lavoro forse questa sensazione sulla navata del gioco quindi come l’aspetto ludico che impegna eccetera è importante perché vuol dire ci si voleva stare perchè non fate cioè non dava l’impressione della fatica ma del dell’esserci e dello leccese impegnarsi insomma se non sentivamo la fatica per quanto fare quel tipo di scuola non fosse per niente una cosa facile cioè non confondiamo il divertimento con la facilità anzi erano proprio gli ostacoli che dovevamo quotidianamente affrontare ci davano e il gusto di metterci alla prova e si le ore che si passavano a scuola non pensavano alla fine se tornava a casa magari obiettivamente stanchi ma carichi e con la voglia il giorno dopo di riprendere il discorso appena interrotto che a questo tipo di sentimento per questo tipo di sentimento secondo me era molto importante il fatto assolutamente nuovo per me ma per tutta la sua italiana della costituzione di quelle natura si chiamavano equipe cioè si lavorava in gruppo e questo determina banche spesso l’insorgere di conflitti ad esempio non è che forse che venivamo a fare una festa è c’erano anche dei contrasti molto forte molto accesi ma sempre nella consapevolezza di essere un gruppo che aveva un obiettivo da raggiungere e vera gratificante era veramente grati al centro di tutto questo però c’era marcello io penso che senza di lui tutte queste menti tutte queste intelligenze tutte queste persone non si sarebbero coagulate nella stessa maniera anche se avessero avuto l’occasione incontrarsi occasione che ci col data però da marcello spesso con una legge che secondo ricordo male si chiamava aveva il numero 820 e che consentiva all’epoca ai dirigenti ai direttori dei dati dei genitori ora facciamo una piccola parentesi è direttore didattico è una parola 12 parole molto importanti e che ha e le parole sono sostanze direttore è che dalla direzione è il timoniere e quello che regge il timone che guarda più lontano della nave sta guidando il dirigente scolastico mi fa venire in mente uno che dirige il traffico che non sarà il traffico delle automobilistico ma è il traffico delle pratiche burocratiche d’arte in qualche modo espletare e i nomi e il nome omen marcello era condirettore era uno che vedeva molto più lontano e che ci indicava la direzione ecco che ritorniamo alla legge 820 gli dava la prerogativa di scegliere gli insegnanti per quelle che erano le attività integrative del pomeriggio di chiamare quindi anche ad personam per insegnati di ruolo che fossero però il ruolo in serve anche diverse e lontane da bagno a ripoli poi quindi lui aveva in qualche modo la libertà di scegliersi il proprio in una certa percentuale di scegliersi il proprio collegio dei docenti una volta individuate queste persone che portate a lavorare a bagnare i modi chiaramente non le utilizzava nelle ore del pomeriggio ma aveva in qualche modo elaborato un progetto di scuola dove ognuno aveva un apatico responsabilità sulla classe e quindi si alternava mattino pomeriggio e di me nei lui nei laboratori nelle discipline era c’era una parità assoluta all’interno dell’equipe che tra l’altro erano formate solo da insegnanti dello stato ma anche da insegnanti del comune messe a disposizione dal comune di bagno a ripoli e addirittura da operatori socio sanitari e all’epoca venivano chiamati ad assistere le alunni con handicap anche quella fu una grande esperienza una grande palestra qui a bagno a ripoli già negli ultimi anni 60 i bambini con handicap erano inseriti integrati nelle classi dei normodotati fu anche quello sarebbe un capitolo lunghissimo da aprile da sviluppare hai fatto riferimento quindi alla figura e all alle capacità personali di macello 39 ci sono dei ricordi particolari dei momenti degli aspetti anche oltre quelle erano le enormi capacità culturali e professionali ma anche di capacità sul piano dei rapporti umani con gli altri perché marcello lo hanno detto anche le altre persone non era non era la persona facile ma a aveva delle caratteristiche tali per cui ha comunque dato è trascinato e portato avanti moltissimo sono moltissimi gli esempi difficile davvero scegliere volendo proprio restare terra terra su come era marcello come l’ho visto il commento con maturato poi un seguito un giudizio su tutto il marcello era molto fumo anche oltre quella sulla furbizia che però poteva essere alcuna disposizione d’animo naturale era far sentire tutti importanti tutti per lui tutti avevano l’impressione di avere con lui un rapporto privilegiato chiunque venisse in contatto con lui dava questa impressione forse era proprio così le persone che lo amavano di più forse erano all’epoca i bidelli che erano veri direttori della scuola cioè i tempi ce li davano loro anche a marcello se avevano dato il 100 non uscivi di classe per nessuna ragione lui non riusciva dal suo ufficio perché si sentivano investiti di di questo potere e di questo potere di aveva vestiti lui e aveva molta attenzione alle relazioni aveva una estrema un’eleganza naturale e una grande propensione all’altro io ricordo che appunto avevo ero giovanissimo in un supplente gli davo del lei un pò meno come ovvio e lui mi rispondeva collego questo mi metteva in grande imbarazzo perché forse è stata la prima per scontata al mondo e rivolgersi a me con il e alla fine vinse la timidezza e la soggezione gli disse direttore la prego mi dia del tu perché me e lui venisse io le darò del tour solo quando lei ne farà altri il favore di dare del tu a mezza e formi una prima lezione di galateo che non scorderò mai e poi che dire di lui lui mi fa venire ma mi fa venire in mente due personaggi letterari e complete che sembrano apparentemente molto diversi tra di loro ma invece hanno un secondo me un substrato come marcello come aspetto fisico e come anche si muoveva per l’agilità la fortunata l’estrema leggerezza in cui si muoveva mi fa venire in mente un hobbit e questo anche per un episodio che mi successe che mai successo anche più di una volta e te lo vedeva in classe alle treviso e lui era lì da cinque settimane adesso non se n’era accorta e nessuno se n’era accorto che i bambini lo accettavano tranquillamente le che erano abituate lui girava per classi era un personaggio molto conosciuto e molto amato e ti guardava e ma certo punto ero riuscito a chiamarlo marcello che voi qualcosa non ho continuo ne voglio disturbare te lo dico dopo e anche questo da usato era un estrema confidenza e gratificazione ma da un lato anche che faceva stare sempre sul chi vive cioè non ti rilassa a scuola dovevi essere dovevi esserci questo dimostra anche la sua attenzione proprio perché voleva anche esserci vedere per capire non è un controllo a 1 rit arion erano lo erano devo piacere di vedere che cosa stava succedendo poi sentivo reggeva lo faceva sempre con tante sirene di vita e in separata sede e poi accompagnava personalmente tutti i nuovi insegnanti che arrivavano li accompagnava in classe e dava a loro la chiave della classe davanti ai genitori davanti agli alunni davanti ai colleghi presentava con il loro curriculum e con la loro persona era molto era molto veramente molto attento sapeva far sentire gli altri importanti e questo faceva funzionare molto meglio tutta la macchina scolastica l’altro personaggio e che invece è ulisse perché tentato per l’astuzia per l’inter un multiforme ingegno ma perché di ulisse talmente un personaggio così il mitico è vero anche che lui forse voleva essere così non se ne ha una precisa descrizione fisica ma quando melo a un certo punto deboli se ce lo descrive ci dice era rosso dei capelli mentre da altre parti dice tutti magari ce la immaginiamo moro e che era basso di statura ma che quando parlava singita antica e questo era vero anche riservi marcello perché quando marcello parlavate dimenticavi di e di come fosse e anche più triste dice vai seduto appariva più imponente perché aveva un torace massiccio potente anche questa da bellocchio e marcello lui sapeva usare congiuntivi c’è poco da fare sapeva usare l’ironia sapeva usare la retorica senza mai abusarne ed era un incanto per ascoltarlo era un incanto nello stesso tempo era una grande palestra una grande formazione lui leggeva con scrupolo tutti i documenti che gli insegni che chiedeva gli insegnati di produrre programmazioni iniziali e relazioni finali e tutti a puntava con solo la piece leggerissimo e credo che a tutti anche in qualche modo desse consigli su come poterle fare in maniera meglio io ho potuto approfittare poco le fer consigli per notte nessun merito sapevo sapevo scrivere in maniera corretta e e questo forse anche stabilito tra noi un legame è quello che io sento maggiormente un legame di complicità nella nella lingua scritta emea ha però anche molto molto stimolato a curare questo lato a curare questa questo piacere del bello del ben scritte io osservo duri non era un uomo d’azione non ha prodotto non credo abbia prodotto tanto sicuramente non quanto avrebbe potuto dal punto di vista della scrittura ma quello che scriveva forse anche brevi note a margine di un convegno che un documento era sempre di un’eleganza aveva sempre una caratteristica di di bellezza l’altro suo aspetto che mi piace che aumentava il carisma va bene ti ringraziamo paolo per questo per averci riaccompagnato lungo un’esperienza che è stata di molti altri insegnanti appunto che è una altra domanda il la tua decisione poi di passare a scuola città pestalozzi che penso sia quella un’opportunità people ha tritato importante nobile quanto hai ritrovato in questo contesto di ricerca continua e quanto ti sei portato dietro anche dell’esperienza fatta a bagno a ripoli scuola città pestalozzi e il circolo didattico di bagno a ripoli hanno proceduto in maniera parallela per talmente tanti anni che è stato un passaggio quasi naturale al momento in cui ho pensato che fosse veramente troppo tempo e dopo sopravvissuto a me stesso in questo in quest’ambiente e c’era un buffo un legame tra scuola città pestalozzi e bagno a ripoli nel senso che si procedeva paralleli che spesso anche eravamo partecipi degli stessi progetti ma c’era anche una sotterranea di vanità o comunque spirito di emulazione e quindi era un poco un po come passare all’avversario per la come un derby no come passare dal torino d’alimenti stabilite rabbino cosa ci ho ritrovato la scuola città pestalozzi che anche adesso sta seguendo quel periodo di rapido cambiamento quando io l’ho trovata era una scuola molto incentrata sulla ricerca teorica e meno attenta agli aspetti del quotidiano per cui io mi son reso forse profondamente antipatico l’equilibrio mesina che cosa che nei primi anni perché lamentavo questa mancanza di attenzione ad esempio agli ambienti alle norante relazioni ma senz’altro alla cura degli ambienti e e mi rifacevo ingenuamente un’esperienza più bagnati il politico dei tassi sono ampie onorate luminose accoglienti morbide con polivalenti mentre lì era una scuola un pochino più inquadrato tenuti a casa dove questo aspetto è la secondario rispetto invece alla elaborazione teorica degli insegnanti all’osservazione sugli apprendimenti questa estera ora le cose si sono riequilibrate per una naturale anche sviluppo della ricerca scuola città sia per un turnover massiccio degli insegnanti di fondo erano due facce della stessa medaglia sono due facce e se qualcosa sopravvive di quell’esperienza di quegli anni di quelle persone credo che sopravviva tanto la scuola città pestalozzi quanto qui a bagnatica e credo che di quell’esperienza che noi naturalmente ricordiamo in maniera nostalgica per ovvi motivi anagrafici personali mariotto il 99 non so le scene sarebbe tanto tanto tanto bisogno di direttori didattici se come marcello che sa che avessero il coraggio di essere un ombrello per il proprio collegio e per i propri alunni per i propri insegnanti per i genitori essere ce ne sarebbe tanto bisogno oggi l’ombrello il dirigente scolastico scolastici lo aprono ma in qualche modo per in qualche modo cautelarsi delle proprie responsabilità nei possibili rischi insiti nel loro blog ecco marcello i rischi se li accollava le amo lana o molto con molto coraggio non lo so che monta consapevole anche del fatto che se non rischi non in qualche modo non tiene assolutamente un effetto innovativo e nessuno probabilmente nessun effetto oggi siamo spesso anche noi insegnanti e ma a maggior ragione i dirigenti e frenati dalle dalle paure che forse qualche anno anche molto più grandi della nostra immaginazione non della realtà paolo ti ringraziamo per il segmento questo incontro e vabbè comunque ti auguriamo di continuare a fare un’esperienza interessante seriate hanno ancora sono forse i limiti alla provvidenza grazie grazie